La musica nelle aie - Carta Bianca Editore -
Amici dell'arte di Faenza - Ass. Alteo Dolcini
CASTEL RANIERO IN FESTA
Faenza, Villa Orestina via Castel Raniero, 32
mostra/incontro letterario
Andrea Emiliani, già direttore della Pinacoteca di Bologna
Antonio Castronuovo, direttore della rivista «La Piè»
IL PINO PROTAGONISTA DEL PAESAGGIO ROMAGNOLO
Pineta: luogo dell'anima
Non solo le case dei letterati
(Pascoli, Moretti, Panzini) sono per la Romagna luoghi affettivi, ci sono anche
i paesaggi di natura come le saline, i calanchi e le pinete ravennati: anche questi spazi sono entrati
nella letteratura e nelle arti visive. Già Dante, inoltrandosi
nella foresta dell’Eden evoca, grazie al dolce movimento delle fronde, la
pineta di Classe (Purgatorio, XXVIII). Boccaccio, che soggiorna a Ravenna nel
1345-1347, vi ambienta la novella di Nastagio degli
Onesti (Decamerone, V, 8) che, perdutamente innamorato di
una fanciulla, ottiene di sposarla dopo che ella ha assistito a un inseguimento
nella pineta.
Con un salto secolare
giungiamo al romantico Byron, che durante
il soggiorno a Ravenna nel 1819-1821 amava andare a
cavallo nelle pinete della costiera; luoghi che gli ispirarono le opere di
quegli anni, tra cui Don Giovanni,
alcuni versi del quale inneggiano alla solitudine della pineta nell’ora del
crepuscolo (III, 105-108). Ma fu con Carducci che la letteratura assurse a
leva efficace per la politica: convinto che l’amato volto dell’Italia
fosse un elemento determinante dell’identità nazionale, nutrì attenzione per la memoria storico-culturale e
paesaggistica. Così, con l’ode
alla Chiesa di Polenta del 1897, volle suscitare negli animi una sorta di nuova patria: sollecitando mediante i propri versi la
tutela e il restauro, introdusse la questione della pineta di Ravenna, che a inizio
Novecento trovò sbocco in specifiche decisioni legislative.
Da
quel momento le pinete di Romagna assursero a topos culturale che abita le opere degli scrittori. Accade con Beltramelli, che vi ambienta passi dei romanzi I primogeniti e L’alterna Vicenda, ma conduce anche una battaglia affinché la pineta
di Ravenna sia riconosciuta come monumento nazionale mediante vari articoli
giornalistici del 1904 e 1905. Lo stesso Panzini non è insensibile alla
questione e, nell’arguta Lanterna di Diogene del 1907, accoglie un bel capitolo su La morte dei nobili pini (Antonio Castronuovo).
Il paesaggio la poesia e la pittura
Uno dei grandi temi estetici destinati a rimanere senza risposta, resta quello di conoscere chi abbia immaginato, progettato e addirittura dato forma a questa cosa complessa che noi oggi chiamiamo paesaggio... ...Tra gli artefici del paesaggio italiano bisogna collocare anche pittori e incisori, come pure gli scrittori e i poeti: la loro opera è lentamente entrata nell'intima sfera del disegno dove nascono le molteplici decisioni grazie alle quali prende corpo la costruzione del paesaggio. Sotto il dono particolare della bellezza, una vallata verdissima, il greto di un fiume e una costa arata possono donarci la misura di un rapporto tra l'uomo e il suo ambiente.
Le grandi aperture dei poeti, da Petrarca allo stesso Dante, la poesia dei lirici del Cinquecento e, sopra ogni altro, lo spazio meraviglioso di Torquato Tasso costituiscono fonti inesauribili per la cultura del paesaggio. Narrativa e poesia incontrano l'immagine e ne abbracciano la bella composizione, il colore delicato, la dolcezza e raccontano questi sentimenti ai lettori. Si moltiplicano allora le combinazioni elettive, ogni scrittore adotta il suo paesaggio. Ogni pagina scritta cerca un'alleanza con il suo lettore, innesca una relazione entro la quale si afferma un altro luogo e una nuova bellezza (Andrea Emiliani).
Il paesaggio la poesia e la pittura
Uno dei grandi temi estetici destinati a rimanere senza risposta, resta quello di conoscere chi abbia immaginato, progettato e addirittura dato forma a questa cosa complessa che noi oggi chiamiamo paesaggio... ...Tra gli artefici del paesaggio italiano bisogna collocare anche pittori e incisori, come pure gli scrittori e i poeti: la loro opera è lentamente entrata nell'intima sfera del disegno dove nascono le molteplici decisioni grazie alle quali prende corpo la costruzione del paesaggio. Sotto il dono particolare della bellezza, una vallata verdissima, il greto di un fiume e una costa arata possono donarci la misura di un rapporto tra l'uomo e il suo ambiente.
Le grandi aperture dei poeti, da Petrarca allo stesso Dante, la poesia dei lirici del Cinquecento e, sopra ogni altro, lo spazio meraviglioso di Torquato Tasso costituiscono fonti inesauribili per la cultura del paesaggio. Narrativa e poesia incontrano l'immagine e ne abbracciano la bella composizione, il colore delicato, la dolcezza e raccontano questi sentimenti ai lettori. Si moltiplicano allora le combinazioni elettive, ogni scrittore adotta il suo paesaggio. Ogni pagina scritta cerca un'alleanza con il suo lettore, innesca una relazione entro la quale si afferma un altro luogo e una nuova bellezza (Andrea Emiliani).
Seguirà l'inaugurazione della mostra con esposizione di opere
di pittori contemporanei romagnoli
la mostra rimarrà aperta anche sabato 13 e domenica 14
Domenico Baccarini, Giannetto Malmerendi,
Serafino Campi, Francesco Nonni,
Giuseppe Ugonia, Giovanni Guerrini,
Ferdinando Bucci, Giuseppe Tampieri,
Pietro Lenzini, Enrico Versari,
Mirna Montanari, Lucia Baldini,
Gaetano Gambi, Innokentiy Fateev,
Anna Maria Malmerendi, Cesare Reggiani
Serafino Campi, Francesco Nonni,
Giuseppe Ugonia, Giovanni Guerrini,
Ferdinando Bucci, Giuseppe Tampieri,
Pietro Lenzini, Enrico Versari,
Mirna Montanari, Lucia Baldini,
Gaetano Gambi, Innokentiy Fateev,
Anna Maria Malmerendi, Cesare Reggiani
Saranno esposte foto del naturalista
Pietro Zangheri
dall'Archivio Fotografico della Romagna di Pietro Zangheri - patrimonio pubblico
della
Provincia di Forlì-Cesena, in gestione al Parco Nazionale
delle Foreste Casentinesi”.
per info 3402900564
Carta Bianca Editore
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